Feedback e caramelle psichedeliche: ‘Psychocandy’ dei Jesus And Mary Chain compie oggi 34 anni

Nel fermento musicale del Regno Unito che regna nella metà degli anni ottanta, alle prese con con le ultime scosse del terremoto portato dal punk rock e l’avvento di nuovi generi che verrano catalogati tutti sotto un’unica etichetta, il post punk, sta per nascerne uno nuovo: lo Shoegaze. Nel 1985 sarà una band scozzese con il suo album di esordio , al secolo Psychocandy, assieme ad un’altra enorme band come i My Bloody Valentine, a dare vita ad un movimento sonoro che porterà fra i suoi alfieri band come Cocteau Twins, Lowlife, Slowdive e Spiritualized. 

Psychocandy è un disco sostanzialmente pop, ma porta con sé gli echi della lezione impartita dai Velvet Underground e che non dimentica nemmeno quella lasciata da band punk come The Stooges e Ramones. È l’uso del distorsore associato ai suoni cupi però a rendere il sound della band sin da subito distinguibile da quello degli altri gruppi post punk. La voce decadente di Reid si mescola al ritmo incalzante della batteria di Bobbie Gillespie, Psychocandy è l’unico disco registrato con i Jesus prima di divenire membro di un altro enorme pezzo di storia della musica denominato Primal Scream, unendosi infine alle liriche bizzarre ma efficaci.

I Jesus sembrano la versione essenziale dei Cure, sfoggiano meno orpelli sonori e visivi ma riescono lo stesso ad avere un impatto enorme sul pubblico. La tracklist si apre con il pezzo più iconico della band: Just Like Honey che nel 2003 farà da sfondo musicale alla scena finale del capolavoro di Sofia Coppola “Lost In Translation”, un pezzo che contiene elementi romantici e malinconici, senza tralasciare le distorsioni e gli effetti il cui segno diverrà più marchiato con il proseguire della scaletta. Il sound, infatti, diventa un muro di melodico rumore con piccole concessioni alla loro particolare visione del concetto di Ballads. Brani come The Living End, Taste The Floor sono una manna per i nostalgici del punk ma che spiazzano a primo impatto, vi consigliamo di ascoltare Psychocandy più volte se non vi siete mai approcciati prima al genere. Con la terza e quarta traccia i Jesus concedono una piccola e meno rumorosa pausa con The Hardest Walk e la dolce nenia di Cut Dead. Con In A Hole tornano darci nuovamente dentro con distorsioni e psichedelia, Taste Of Cindy e i suoi coretti di Ramonsiana memoria e altri pezzi che ci accompagnano alla chiusura ritmata di Something’s Wrong.

Psychocandy è una sorta di viaggio nel paese delle meraviglie dove Alice è l’ascoltatore e i Jesus And Mary Chain i cappellai matti. Le liriche sanno essere romantiche e felicemente folli, cupe e malinconiche rendendo Psychocandy una dolce allucinazione sonora in cui immergersi poco per volta fino a farsi travolgere del tutto.

Vito Ricco

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