Editors + Liam Gallagher, 7-8 giugno, Festival Medimex (Taranto)

 

I nomi di punta dell’edizione 2019 del Medimex organizzato a Taranto, confermano il nuovo “trend geografico” che va ridisegnando da qualche anno a questa parte la mappa di fruizione della musica rock più o meno alternativa, allargando il bacino di utenza dei live anche a zone che, per diversi motivi, fino a un lustro fa non erano assolutamente contemplate da artisti e organizzatori. Pertanto fa un certo effetto, soprattutto ai reduci di voli e trasferte ai limiti del concepibile, ritrovare nel cuore del sud Italia personaggi del calibro di Editors + Cigarettes After Sex, Liam Gallagher e Patti Smith.

Per motivi di affinità artistica (nonché per orari d’ufficio) abbiamo scelto di seguire la band di Tom Smith (di scena venerdì 7 giugno) e ovviamente il più atteso Liam Gallagher (sabato 8). Entrambi gli act, andiamo a memoria, si vedono per la prima volta in una città collocata prima di Roma. Va fatto presente che le attività collaterali preparate per far vivere la città e il festival oltre le due ore di musica del main stage (compresi concerti gratuiti in giro per il centro città) sono state tante e tutte, per sentito dire, davvero interessanti e ricche di spunti. Ma ce le siamo perse, questo va confessato.

Due parole sull’organizzazione e gli aspetti tecnici: buona la prima, più che buona la seconda. Ma alla fine siamo appassionati di musica, non esperti di organizzazione e gestione del traffico, pertanto quello che ci compete è dire come sono stati i concerti. Non possiamo esprimerci neanche sui Cigarettes After Sex perché tra traffico e giorno feriale, si arriva giusto in tempo per comprare il biglietto e attendere 5 minuti l’arrivo di Smith & Co.

 

Editors, 8 giugno 

 

 

Gli Editors, da come tengono il palco e da come siano totalmente coscienti della loro forza, sembrano avere alle spalle una carriera trentennale, piuttosto che della metà. Per chi scrive la passione e l’empatia con la band sono andati un po’ scemando di pari passo alla presenza delle chitarre nei loro dischi, quindi negli ultimi tempi si era un po’ freddini sulle loro sorti discografiche. Ma dal vivo, complice la timeline da festival, che riduce al minimo il pericolo dell’esecuzione di pezzi più per loro stessi che per il pubblico, non si può negare che abbiano un impatto notevole. Gli Editors portano in scena un set tiratissimo, senza alcuna pausa forzata, anzi con una smania di voler suonare più pezzi possibili per dimostrare quanto più variegato ed efficace sia la loro musica rispetto al passato.

L’approccio dei pezzi del recente Violence rimanda senza mezzi termini ad arrangiamenti in pieno stile Depeche Mode o Simple Minds, senza disdegnare l’epica che strizza l’occhio agli U2 prima di Achtung Baby. Gli altri pezzi sono stati pescati con sapienza e generosità dal meglio prodotto a partire da The Back Room (2005), portando in dote un grande livello di emozione ed esecuzioni fedeli, prive di sbavature. Molte tastiere e bassi penetranti aiutano spesso la voce di Tom, che nell’alternanza dei registri sembra soffrire e comunque non in grandissimo spolvero, probabilmente perché il tour non è ancora entrato nel pieno. Dovendo scegliere il pezzo migliore della serata l’incoronazione va a The Racing Rats.

Estratto video da Smokers Outside The Hospital Doors:


Che ha fatto parte di questa scaletta

Violence
Blood
Papillon
Hallelujah (So Low)
Munich
Barricades
Sugar
An End Has a Start
Darkness at the Door
All Sparks
Nothingness
A Ton of Love
Formaldehyde
Ocean of Night
Magazine
No Harm

Nothing
Smokers Outside The Hospital Doors
The Racing Rats
Frankenstein


 

Liam Gallagher, 9 giugno 

 

 

Se parliamo di tenuta del palco, difficilmente qualcuno ha una presenza del calibro di Liam Gallagher, il quale, oggettivamente, va detto che non faccia certamente il saltimbanco per attirare l’attenzione. È proprio l’apparente noncuranza e l’aria altezzosa che sembra darsi a generare l’effetto opposto nel pubblico (numeroso e omogeneo) che, come in tutti i concerti con protagonisti gli Oasis interi o a pezzi, fa un tifo da stadio.

Per la prima data vera e propria del nuovo tour, Liam sfoggia una prestazione vocale d’altri tempi. Sicuramente riposato ma anche molto soddisfatto della risposta del pubblico, l’ex Oasis non sbaglia un colpo e snocciola, una dietro l’altra, composizioni del suo repertorio personale (Universal Gleam spicca fra tutte) e quello della band condivisa col fratello Noel. In mezzo c’è anche spazio per Soul Love, tratta dal secondo e ultimo LP con i sottovalutati Beady Eye – sottovalutati perché di pezzi più che dignitosi da proporre dal vivo ce ne sarebbero una mezza dozzina. Liam non perde occasione anche per proporre il nuovo singolo Shockwave che, francamente, non si lascia ricordare con particolare interesse.

Non possiamo certamente dire quale sia la più bella tra classici del rock quali Roll With It, Columbia o Lyla (le nuove aggiunte in scaletta rispetto al passato), possiamo invece dire quali siano state eseguite meglio dalla band che Liam si porta in tour. E va detto che se Noel Gallagher è uno tra i più stimati chitarristi pop-rock in circolazione, un motivo ci sarà. Nei pezzi citati è proprio mancato – con imbarazzante chiarezza in Lyla – la zampata decisiva, tagliente ed elettrica, della chitarra di Noel, rimpiazzata con modestia e forse anche un po’ di timore. Dopo un’ora e 15 di grandi singalong e rabbia rock, Liam congeda tutti con una versione ridotta per piano e voce di Champagne Supernova, intensa e rivelatrice oggi come 24 anni fa.

 

Questa la scaletta di Liam Gallagher:

Rock ‘n’ Roll Star 
Morning Glory 
Wall of Glass
Greedy Soul
For What It’s Worth
Shockwave
Columbia 
Some Might Say 
Soul Love 
Universal Gleam
Lyla 
Cigarettes & Alcohol 
Eh La
Wonderwall 

Roll With It 
Champagne Supernova

 

Carmine Speranza

 

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