‘Automatic for The People’ dei R.E.M. è un tesoro da custodire e diffondere alle nuove generazioni

 

Nel 1992, travolti dal grande successo del singolo Losing My Religion contenuto nel precedente album, i R.E.M. si sottopongono presto alla prova più dura, il primo disco dopo il successo. Uscito un anno dopo il suo predecessore Out of Time, primo disco dopo avere abbandonato le sonorità post punk, i R. E. M. danno alla luce Automatic For the People che suona quasi come naturale evoluzione del lavoro precedente. Se il titolo – che si rifà a uno slogan di un ristorante Soul Food – lascia pensare a un disco più “leggero”, nei fatti il sound e i testi raccontano tutta un’altra storia.

Pezzi come Drive, Everybody Hurts e Find The River suonano quasi funerei e sembrano rifarsi all’aspetto di Micheal Stipe in quel periodo. La testa rasata, quasi come se avesse perso i capelli, e un look luttuoso ed emaciato contribuirono alle voci di una presunta sieropositività del cantante che lui stesso non si affrettò a smentire, se non dopo avere fatto trascorrere due lunghi anni. In realtà fu una scelta probabilmente dettata dal clamore che girava intorno alla band dopo il successo commerciale di Out of Time. A corroborare questa tesi ci sono anche le dichiarazioni di Peter Buck (“L’unica cosa è non farci caso”), riferita proprio ai pericoli che sarebbero potuti sorgere a causa della celebrità giunta di soprassalto della band.

Ma Automatic for the People non è solo questo. È la ballata malinconica e nostalgica di Nightswimming, è Man on the Moon dedicato al comico Andy Kauffman – e che in seguito darà il nome allo strepitoso film con Jim Carrey – è l’invettiva rock di Ignoreland e The Sidewinter Sleeps Tonite, che parafrasa musicalmente e nel titolo la famosa hit The Lion Sleeps Tonight. È un pop rock che prende spunto dalle radici indie della band, è un disco che punge, malinconico e ribelle come lo erano I R.E.M., un perfetto figlio di quel turbolento inizio degli anni novanta. Dopo ventisette anni, Automatic for the People si annovera tra le greatest hit della band per la quantità di pezzi importanti contenuti e per il peso che hanno avuto nella storia della musica rock. Oggi possiamo dichiarare che ci hanno lasciato un tesoro musicale da custodire e diffondere alle nuove generazioni di rocker dall’anima nostalgica.

Vito Ricco 

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